Imparare a ministrare: le dirigenti della Società di Soccorso spiegano i cambiamenti apportati all’insegnamento in visita

Inserito da Marianne Holman Prescott, redazione di Church News

  • 2 Novembre 2017

Insegnanti visitatrici filippine preparano dei dolci mentre fanno visita una sorella.

Punti salienti dell’articolo

  • Le insegnanti visitatrici devono imparare a conoscere le sorelle loro assegnate, rafforzare la loro fede e offrire servizio.
  • Lo scopo dell’insegnamento in visita dovrebbe essere quello di ministrare al singolo come fece Gesù Cristo.
  • Le insegnanti visitatrici dovrebbero personalizzare il messaggio che condividono con le sorelle loro assegnate.

“Vogliamo aiutare le sorelle a comprendere come prendersi davvero cura di ciascuna sorella e come rafforzarla” — Jean B. Bingham, presidentessa generale della Società di Soccorso

A partire da gennaio 2018, i cambiamenti apportati al messaggio mensile per l’insegnamento in visita aiuteranno le sorelle a “ministrare” le une alle altre in un modo più personale. 
Invece di fornire un messaggio specifico, ogni mese ci sarà un “principio dell’insegnamento in visita” che presenterà delle idee per aiutare le sorelle a ministrare in modo più efficace le une alle altre.

“Vogliamo aiutare le sorelle a comprendere come prendersi davvero cura di ciascuna sorella e come rafforzarla”, ha detto la sorella Jean B. Bingham, presidentessa generale della Società di Soccorso, a Church News. “Il manuale [della Chiesa] non parla della nostra responsabilità di tenere una lezione. Parla di come ‘le insegnanti visitatrici conoscono e amano sinceramente ogni sorella, l’aiutano a rafforzare la sua fede e la servono. [Le insegnanti visitatrici] cercano l’ispirazione personale per sapere come far fronte alle necessità spirituali e materiali di ciascuna sorella che sono incaricate di visitare’ [Manuale 2, 9.5.1]”.

I cambiamenti hanno lo scopo di aiutare le insegnanti visitatrici a guardare oltre un messaggio universale già preparato e a capire invece ciò di cui la sorella che visitano ha bisogno personalmente.

“Che cosa dovremmo fare?”, ha chiesto la sorella Sharon Eubank, prima consigliera della Presidenza generale della Società di Soccorso. “Facciamo quello di cui ella ha bisogno”.

Il nuovo metodo incoraggerà le donne nella Chiesa a smettere di preoccuparsi di “ciò che viene considerato” insegnamento in visita e fornirà idee per aiutare le insegnanti visitatrici a concentrarsi sul rafforzare ogni donna che visitano.

“Poiché ognuno di noi è unico, ciascuna sorella avrà bisogno di qualcosa di diverso”, ha detto la sorella Bingham. “Nel [Manuale 2], dice che ‘una telefonata, una lettera, un’e-mail o […] altri mezzi per vegliare sulle sorelle e rafforzarle’ sono modi appropriati per scoprire i loro bisogni e aiutarle. Questo è lo scopo: vogliamo assicurarci di rafforzare le sorelle nel Vangelo e che ogni sorella si senta valorizzata, necessaria e integrata”.

Un insegnamento in visita efficace può essere tanto semplice quanto ascoltare con amore, come ha detto la sorella Reyna I. Aburto, seconda consigliera della presidenza generale della Società di Soccorso. “Circa due settimane dopo essere stata sostenuta nella mia chiamata, sono andata a casa di una delle sorelle affidatemi. Quando ha aperto la porta, mi ha dato un abbraccio forte e mi ha chiesto come stavo. Sentendo la sincerità della sua domanda e il suo amore per me, sono scoppiata in lacrime nel rispondere quanto mi sentissi inadeguata. Mi ha lasciato piangere sulla sua spalla e mi ha ascoltato affettuosamente mentre davo sfogo alle emozioni che avevo tenuto dentro a lungo. Ero andata per capire come io potevo rafforzare lei, ma è stata lei a rafforzare me”.

Vogliamo che le sorelle abbiano quella stessa comprensione”, ha detto la sorella Bingham. “L’insegnamento in visita è interesse genuino; è servizio compassionevole. È rendere il vescovo e la presidentessa della Società di Soccorso consapevoli dei bisogni delle sorelle che vengono visitate”.

Riconoscendo che un messaggio spirituale è importante, la sorella Bingham ha detto che le insegnanti visitatrici dovrebbero cercare messaggi che rispondono alle esigenze delle donne a cui fanno visita.

“Può essere [una citazione] della Prima Presidenza, potrebbe essere un pensiero nato da qualcosa che avete letto nelle Scritture, può essere qualcosa che sapete che interessa a questa particolare sorella”, ha detto. “Dovrebbe essere per quella sorella. Di che cosa ha bisogno?”.

Famiglia davanti a una porta

Rebekah Lowe, al centro, il cui bimbo appena nato era in ospedale, saluta la sua insegnante visitatrice, Jaime Johnson, del Palo di San Clemente, in California (USA). La sorella Johnson, accompagnata dai suoi due figli, ha preso il figlio della sorella Lowe affinché la sua amica potesse andare in ospedale.

La sorella Eubank ha aggiunto che ci sono molti modi in cui le insegnanti visitatrici possono ministrare. “‘Fare ciò di cui ella ha bisogno’ è l’essenza dell’insegnamento in visita — un’ora passata ad ascoltare, un sms al momento giusto, una passeggiata, un versetto delle Scritture, tenere il posto occupato in chiesa, strappare qualche erbaccia in giardino mentre i bambini corrono qua e là — questi sono tutti modi validi di fare insegnamento in visita se soddisfano un bisogno sincero. Il libro di Alma mette in risalto alcune considerazioni sulle nostre alleanze battesimali quando le persone di allora promisero di ‘portare i fardelli gli uni degli altri, affinché possano essere leggeri’ [Mosia 18:8]. Rafforzare gli altri è la prova della nostra conversione al Signore”, ha concluso la sorella Eubank.

Guardando ai bisogni della persona, le insegnanti visitatrici sono in grado di “evitare la mentalità secondo cui l’insegnamento in visita è come una lista di cose da fare: si va e si porta un messaggio e quindici minuti dopo si va via ed è fatta”, ha detto la sorella Aburto.

Per alcune donne, una visita a casa o una telefonata potrebbero essere il miglior modo di ministrare loro. Per altre, mandare un sms o un’e-mail di incoraggiamento potrebbe essere la cosa migliore da fare quel mese.

Le prime visite atte a ministrare ebbero inizio non molto tempo dopo la costituzione della Società di Soccorso nel 1842. Dato che la popolazione di Nauvoo, nell’Illinois (USA), era in crescita, le dirigenti della Società di Soccorso iniziarono a usufruire di comitati di visita per venire incontro ai bisogni dei membri e per raccogliere donazioni in denaro, cibo e vestiario al fine di soccorrere e aiutare i bisognosi.

Sebbene i dettagli del processo siano cambiati da quei primi giorni, i principi rimangono gli stessi: ministrare come farebbe il Salvatore.

Nel messaggio di gennaio 2018 leggiamo: “Quando seguiamo il Suo esempio, come insegnanti visitatrici possiamo conoscere e amare ogni sorella a cui facciamo visita, ricordando che l’amore è il fondamento di tutto quello che facciamo. Quando preghiamo per ricevere ispirazione per sapere come servire una sorella in particolare e come aiutarla a rafforzare la sua fede, ‘non si potrà impedire agli angeli di stare al [nostro] fianco’”.

Nel messaggio di gennaio 2018 leggiamo: “Creare rapporti personali e ascoltare con un atteggiamento di amore è l’essenza dell’insegnamento in visita. La tecnologia moderna e le comprovate visite di persona ci aiutano a farlo in qualunque momento, ovunque e in molti modi. Questo vuol dire ministrare come faceva il Salvatore”.