1990–1999
Rimanete leali e fedeli
Aprile 1996


Rimanete leali e fedeli

Rimanete fedeli alla Chiesa. Tenetevi strette ad essa. Se lo farete, la Chiesa diventerà un’ancora sicura in un mare tempestoso.

L’esperienza che ho fatto questa sera è commovente, un’esperienza che mi fa sentire umile, sopraffatto dalle emozioni. Vi ringrazio per la vostra bontà e per il vostro affetto.

La vista che si offre al mio sguardo è stupenda. Questo grande Tabernacolo è pieno di giovani intelligenti e belle. Migliaia di altre giovani si sono radunate in edifici della Chiesa, vicini e lontani. Grazie per gli sforzi che avete fatto per riunirvi questa sera. È stata una riunione meravigliosa. I discorsi sono stati tutti edificanti e ispirati; sono state belle la musica di questo coro e la preghiera di apertura. Se ricorderete ciò che avete udito, se metterete in pratica i consigli che vi sono stati impartiti, la vostra vita sarà più felice.

Prego che lo Spirito del Signore mi sostenga e mi guidi mentre vi parlo. Considero questa una grande occasione per esprimere i miei sentimenti. Voi siete giovani dai dodici ai diciotto anni, dalle quali il vostro Padre in cielo, e tutti noi che vi conosciamo aspettiamo grandi cose. Fate parte di questa meravigliosa generazione che si prepara a prendere posto nel difficile mondo che vi aspetta.

Vi trovate continuamente dinanzi a scelte difficili. Queste difficoltà non sono nuove, ma sono maggiori che in passato. Siete soggette a tentazioni in splendide vesti. Voi rappresentate il futuro di questa chiesa, e il nemico della verità vorrebbe farvi del male, vorrebbe distruggere la vostra fede, vorrebbe condurvi lungo sentieri che sono attraenti e interessanti, ma mortali.

Abbiamo un inno che mi piace sentire e cantare dai giovani della Chiesa:

Forza giovani di Sion,

difendiamo il giusto e il ver.

Quando il nemico assale

la battaglia fuggirem? No!

La virtù che sostiene la fede,

la forza che arma chi mai non cede,

coraggio a noi dan per lottar.

Siam certi del nostro trionfar

Voglio parlarvi della necessità di rimanere fedeli al vostro credo, di rimanere fedeli a voi stesse e alle vostre compagne, fedeli ai vostri genitori e al vostro retaggio, fedeli alla Chiesa e al nostro Padre celeste e a Suo Figlio, il Signore Gesù Cristo.

Consentitemi di parlare prima della necessità di rimanere fedeli a noi stessi. Il tredicesimo Articolo di fede dice che noi crediamo di dover essere onesti e fedeli.

Noi crediamo di dover essere fedeli. Quanto è importante essere fedeli a noi stessi. Ognuno di noi ha una cosa che chiamiamo coscienza. Conosciamo la differenza tra il bene e il male. Non è necessario essere istruiti riguardo a ciò che è bene e ciò che è male: credo che lo sappiamo da soli. Sappiamo quando abbiamo fatto il male e soffriamo il tormento della coscienza. Sappiamo quando abbiamo fatto il bene e proviamo un sentimento di felicità. Essere fedeli a noi stessi significa dare un esempio di retto vivere in ogni situazione e circostanza.

Essere fedeli a noi stessi significa essere onesti. Significa essere onesti a scuola. Non possiamo permetterci di imbrogliare o altre cose del genere. Immaginate di dovervi sottoporre a un difficile intervento chirurgico. Non vorreste sicuramente che l’operazione fosse eseguita da un chirurgo che ha imbrogliato e ottenuto la laurea con l’inganno. Certo che no. Andiamo a scuola per imparare e per dotarci delle qualifiche che ci serviranno nel futuro. È indispensabile che approfittiamo di ogni possibilità di imparare. Il Signore ha detto, riguardo a noi che apparteniamo a questa chiesa, che si aspetta che studiamo e impariamo. Non conosco nessun’altra chiesa, che abbia delle Scritture che chiedono ai suoi fedeli di cercare la conoscenza secolare oltre a quella spirituale.

Esorto ognuna di voi, giovani donne, ad acquisire tutta l’istruzione possibile. Ne avrete bisogno nel mondo in cui vi troverete. La vita sta diventando sempre più competitiva. Gli esperti dicono che una persona durante la sua carriera può aspettarsi di cambiare lavoro in media almeno cinque volte. Il mondo sta cambiando, ed è molto importante che ci dotiamo dei mezzi per adattarci a questo cambiamento. Ma in questo c’è anche un aspetto positivo. Nessun’altra generazione in tutta la storia ha dato alle donne tante occasioni di successo. Il vostro primo obiettivo deve essere un matrimonio felice, suggellato nel tempio del Signore, seguito da figli allevati nella rettitudine. L’istruzione può prepararvi meglio per realizzare questi ideali.

Siate oneste. Come Santi degli Ultimi Giorni non possiamo rubare nei negozi o fare alcunché di simile. Tanto tempo fa è stato dichiarato che l’onestà è la migliore condotta. Il dito del Signore scrisse sulle tavole di pietra: «Non rubare … Non concupire» (Esodo 20:15, 17).

Dobbiamo essere fedeli a noi stessi per quanto riguarda la propria virtù. Io e voi, come membri di questa chiesa, non possiamo lasciarci coinvolgere in atti immorali. Il Signore ha detto per comandamento: «La virtù adorni i tuoi pensieri senza posa» (DeA 121:45). Egli dice che non possiamo neppure pensare alle cose immorali. Perché? Perché i pensieri cattivi portano alle cattive azioni. Egli ha detto che se facciamo sì che la virtù adorni i nostri pensieri, potremo presentarci con fiducia al cospetto di Dio. Pensateci! Egli continua dicendo che lo Spirito Santo sarà il nostro costante compagno. Il nostro dominio sarà un dominio eterno (vedi DeA 121:45–46). Quali promesse meravigliose e straordinarie sono queste! E esse sono fatte a coloro che vivono virtuosamente.

Non possiamo permetterci di essere contaminati dal peccato dell’immoralità. Viviamo in un mondo in cui la tentazione ci viene proposta continuamente, specialmente nel caso dei giovani. Lo vediamo alla televisione. Lo vediamo nelle riviste. Lo vediamo nei libri. Lo vediamo nelle videocassette sempre disponibili. Tenetevi lontane da queste cose. Non possono che farvi del male. Quando si tratta della legge sul comportamento morale sapete cosa ci si aspetta da voi. Se sentite venir meno la vostra risoluzione dinanzi alla pressione delle circostanze, disciplinatevi. Smettete, prima che sia troppo tardi. Sarete per sempre felici di averlo fatto.

Siate fedeli a voi stesse e a quanto di meglio vi è in voi. Questa parte migliore di voi è bella. Shakespeare disse: «A te stesso sii fedele, e deve seguirne, come la notte al giorno, che tu non puoi allora essere falso per nessuno» (Amleto, atto 1, scena 3).

Molte giovani della vostra età soffrono per la mancanza di stima in se stesse. Contrariamente a ciò che potreste pensare, un atto immorale di qualsiasi genere non farà che abbassare la stima che avete di voi stesse. Siate fedeli a voi stesse, e il rispetto che avete per voi stesse crescerà. Sappiate che il vostro è un divino diritto di nascita. Coltivate una buona opinione di voi stesse. Altri possono fare delle osservazioni poco piacevoli su di voi. Questo è soltanto un segno della loro ignoranza, e non delle vostre qualità. Vivete con quella dignità che si addice a una giovane donna che è figlia di Dio.

Non lasciatevi intrappolare dalla droga. Non toccatela. Non lasciatevi mai indurre a provarla, neanche una sola volta. Imploro ognuna di voi di evitare la droga come eviterebbe il veleno. Siete giovani. Vi aspetta un grande futuro. La vostra vita è piena di promesse. La maggior parte di voi un giorno vorrà sposarsi e avere dei figli. L’uso della droga potrebbe essere un terribile ostacolo non soltanto per voi, ma anche per i vostri figli. Non esito a dire che se fate uso di queste sostanze avrete motivo di dolervene. Se vi imponete di non farne uso, avrete motivo di gioire.

Siate fedeli a voi stesse, mie giovani amiche. Siate fedeli l’una all’altra, alle vostre amiche e alle vostre compagne. Cercate il bene in coloro che vi circondano e mettetelo in risalto. Non andate mai in giro a chiacchierare sulle vostre compagne o a parlar male di loro. Queste parole non faranno che danneggiare voi stesse. Geova ha così comandato: «Non attestare il falso» (Esodo 20:16).

Siate pronte ad aiutarvi l’un l’altra. Tutti noi abbiamo bisogno di aiuto di quando in quando. Abbiamo bisogno di incoraggiamento. Abbiamo bisogno di amici che rimangano al nostro fianco sia nei momenti belli della vita che in quelli brutti. Chiedo a ognuna di voi di essere questo genere di amica.

Alcune di voi hanno forse letto nel numero di marzo della rivista New Era la storia di una ragazza disabile di nome Jenni. Era sola e poco attraente. Un giorno disse alle sue compagne di classe: «Ho bisogno di un’amica. Ho bisogno di qualcuno che faccia merenda insieme a me. Chi sarà la mia amica?» Una ragazza si alzò e disse: «Io sarò la tua amica»; poi un’altra si alzò per dire la stessa cosa. Fecero merenda con lei. La incoraggiarono. La aiutarono. Portarono una nuova vita nell’oscuro mondo di quella ragazza disabile. E così facendo, ognuna di loro portò più felicità nella propria vita (vedi Victor W. Harris, «The Miracle of Jenni», New Era, marzo 1996, 12–14).

Siate fedeli ai vostri genitori e al vostro retaggio. Purtroppo vi sono alcuni genitori che si comportano in maniera gravemente dannosa per i loro figli; ma questi casi sono relativamente pochi. Nessuno ha maggiore interesse nel vostro benessere, nella vostra felicità e nel vostro futuro di vostra madre e vostro padre. Essi appartengono a una generazione precedente alla vostra, è vero. Ma anch’essi hanno avuto l’età che avete voi oggi. I vostri problemi non sono sostanzialmente diversi dai loro. Se ogni tanto vi pongono dei limiti, è perché vedono i pericoli che vi aspettano lungo il cammino. Ascoltateli. Ciò che vi chiedono di fare può non essere di vostro gradimento; ma sarete molto più felici se lo farete. Vostra madre è la vostra migliore amica. Non dimenticatelo mai. Ella vi ha dato la vita. Vi ha curate, vi ha nutrite, vi ha assistite quando eravate ammalate e ha provveduto ad ogni vostra necessità. Ora ascoltatela. Parlate con lei con sincerità, a tu per tu. Troverete che ella saprà rispettare le vostre confidenze e che la sua saggezza si mostrerà utile per le vostre necessità.

Molte di voi discendono dai pionieri di questa chiesa, che lottarono tanto duramente e pagarono un terribile prezzo per la loro fede. Siate fedeli a loro e siate sempre fedeli alla Chiesa che essi amarono tanto. Vorrei che ognuna di voi ricordasse che questa sera mi avete udito dire che questa è la vera chiesa. Anche altre chiese fanno molto bene, ma questa è «la chiesa vera e vivente» del Signore Gesù Cristo, di cui porta il nome (vedi DeA 1:30). Siate fedeli ad essa. Tenetevi strette ad essa. Se lo farete, la Chiesa diventerà un’ancora sicura in un mare tempestoso. Sarà la luce della vostra vita e le fondamenta sulle quali edificherete. Vi porto la mia solenne testimonianza che questa chiesa non vi condurrà mai a traviamento. È nelle mani di Dio, e se mai alcuno dei suoi dirigenti cercasse di condurla a traviamento, Egli ha il potere di rimuoverlo. Egli ha detto di aver restaurato il Suo lavoro per l’ultima volta, perché non fosse «mai più distrutto, né dato ad alcun altro popolo» (DeA 138:44; vedi anche Daniele 2:44–45).

Spero che tutte voi che siete qualificate a farlo frequentiate il Seminario. Questa organizzazione offre meravigliose occasioni di imparare le dottrine che vi renderanno felici. Vi offre meravigliose occasioni di frequentare persone che hanno i vostri stessi ideali.

Rivolgetevi alla Chiesa e ai suoi dirigenti per avere consigli e guida. Abbiamo soltanto un desiderio: che siate felici, che la vostra vita sia interessante e soddisfacente, che vi siano risparmiate le insidie del peccato che potrebbero portarvi alla rovina, che siate quel genere di persone che portano alta la fiaccola della verità eterna per consegnarla alla generazione successiva.

I principi di questo Vangelo sono eterni. Le teorie cambiano. Le usanze cambiano. Le culture cambiano. Ma nonostante tutti questi cambiamenti, vi sono i principi del Vangelo che non sono mai cambiati, né mai cambieranno.

Quanto siete fortunate di appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni! In essa trovate amicizie utili e meravigliose. In essa trovate insegnanti capaci e fedeli. In essa trovate ampie possibilità di servire. Per esempio, in quale altra organizzazione c’è un servizio che può essere paragonato al farsi battezzare per i morti? Voi, ognuna di voi può avere la possibilità di andare alla santa casa del Signore per essere battezzata per un’altra persona, che da sola non potrebbe progredire nell’aldilà senza il servizio che voi potete rendere. Questa persona può essere stata una donna dotata di grande potere e influenza quando viveva sulla terra. Ma senza l’ordinanza del battesimo le è impedito il progresso eterno. Voi avete la possibilità di liberarla. Quale opera altruista e meravigliosa è questa! Voi, con un piccolo sforzo, potete diventare la persona che apre la porta attraverso la quale essa potrà progredire sulla via verso l’immortalità e la vita eterna. Non c’è altra organizzazione al mondo che vi offra questa possibilità. Vi offre i mezzi per rendere il servizio più altruista del mondo. Non riceverete ringraziamenti in questa vita quando vi fate battezzare per i morti. Ma sentirete nel cuore un grande senso di soddisfazione per aver fatto una cosa tanto generosa e apprezzata. Siate fedeli alla Chiesa della quale fate parte.

Siate fedeli al nostro Padre Eterno e al Suo beneamato Figliolo, il Signore Gesù Cristo.

Non dimenticate mai chi siete, come avete dichiarato quando avete cantato questa sera. Voi siete davvero figlie di Dio, figlie di Colui che è il vostro Padre Eterno. Egli vi ama. Potete rivolgervi a Lui in preghiera. Egli vi ha invitate a farlo. Ognuna di voi lo sa; e quale cosa meravigliosa è saperlo! Egli è il più grande di tutti. Egli è il Creatore e il Governatore dell’universo. E tuttavia Egli ascolterà le vostre preghiere!

Egli vuole che i Suoi figli e le Sue figlie siano felici. Il peccato non fu mai felicità. La trasgressione non fu mai felicità. La disobbedienza non fu mai felicità. La via che porta alla felicità si trova nel piano del nostro Padre in cielo e nell’obbedienza del Suo beneamato Figliolo, il Signore Gesù Cristo.

Ora consentitemi di parlare di una questione affine. Mi riferisco all’abitudine – sì, è diventata un’abitudine – di molti giovani, incluse anche ragazze delle scuole medie e delle scuole superiori, profanare il nome di Dio nel conversare. Geova scrisse sulle tavole di pietra: «Non usare il nome dell’Eterno, ch’è l’Iddio tuo, in vano; poiché l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano» (Esodo 20:7).

Consentitemi di parlarvi di un’esperienza che feci quand’ero un bambino della prima o seconda classe delle elementari. Un giorno tornai a casa da scuola, gettai i libri sul tavolo e usai il nome del Signore in vano per esprimere il mio sollievo che, almeno per quel giorno, la scuola fosse finita.

Mia madre mi udì. Rimase molto turbata. Mi prese per mano e mi portò nel bagno. Là teneva una spugna e un pezzo di sapone. Mi disse di aprire la bocca, poi procedette a lavarmela con quel terribile sapone. Schiumai la bocca e protestai. Ma ella continuò imperterrita per quella che mi sembrò un’eternità, poi disse: «Non farmi più udire parole simili ch escono dalle tue labbra».

Il gusto del sapone era terribile. Il rimprovero fu peggiore. Non l’ho mai dimenticato, e spero di non aver mai usato il nome del Signore in vano da quel giorno.

Quando il presidente Spencer W. Kimball si sottopose a un intervento chirurgico tanti anni fa, mentre veniva portato in barella dalla sala operatoria al reparto di rianimazione, l’inserviente che spingeva la barella inciampò e disse un’imprecazione usando il nome del Signore in vano. Il presidente Kimball, appena cosciente, disse debolmente: «Per favore! Per favore! Il nome che lei insulta è quello del mio Signore».

Ci fu un improvviso silenzio, poi il giovane sussurrò con voce sommessa: «Mi dispiace» (vedi The Teachings of Spencer W. Kimball, a cura di Edward L. Kimball [1982], 198).

E mentre parlo del linguaggio, imploro voi giovani donne di non usare mai un linguaggio osceno volgare di qualsiasi genere. Nel mondo questa è un’abitudine purtroppo assai diffusa. Non c’è necessità di usare tale linguaggio, poiché esso non fa che dire al mondo che il vostro vocabolario è così limitato che non riuscite ad esprimervi senza attingere le vostre parole dalla fogna. Non fatelo. Vi prego di non farlo. Non usate un linguaggio osceno e non profanate il nome del Signore.

Siate fedeli al vostro Padre Eterno e al Suo beneamato Figliolo. Quando ogni altra cosa viene meno, c’è l’aiuto del nostro Signore. Egli ha detto: «Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo» (Matteo 11:28). Ognuna di voi ha dei fardelli. Lasciate che il Signore vi aiuti a portarli. Inoltre Egli ha detto: «Prendete su voi il mio giogo … poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo 11:29–30). Egli è pronto ad aiutare – ad aiutare ognuno di noi – con ogni fardello. Egli ci ama tanto da sudare sangue nel Getsemani, e quindi consentire a uomini malvagi di prenderLo, obbligarLo a portare la croce sul Golgota, a soffrire, più di quanto le parole possano descrivere, un terribile dolore quando fu inchiodato alla croce, per essere innalzato e morire per ognuno di noi.

Egli era l’unico uomo perfetto, senza macchia, che sia mai vissuto sulla terra. Egli era il Salvatore e Redentore dell’umanità. Grazie al Suo sacrificio, grazie alla Sua espiazione tutti noi un giorno ci leveremo nella risurrezione, e quindi avremo meravigliose possibilità di progredire sulla strada dell’immortalità e della vita eterna.

Egli ci invita a venire a Lui. Egli ha detto a ognuno di noi: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto» (Matteo 7:7).

Pregate il Padre in nome Suo. Nessuno di noi potrà mai farcela da solo. Abbiamo bisogno di aiuto, quel genere di aiuto che ci viene in risposta alla preghiera.

So che voi giovani pregate, e vi lodo per questo. So che vi sforzate di mettere in pratica il Vangelo. So che vi sforzate di condurre una vita improntata all’onestà e alla virtù, al servizio, alla bontà e all’amore del prossimo. Ripeto: so che pregate per noi, e vi assicuro che noi preghiamo per voi.

Voi siete molto importanti. Questo lavoro ha più successo grazie a voi. Quando andate oltre il lecito per commettere un atto immorale o fare una cosa cattiva, la Chiesa si indebolisce per ciò che fate. Quando rimanete leali e fedeli, essa diventa più forte. Ognuna di voi conta.

Ed ora, per concludere, voglio esprimere un altro pensiero. Se alcuna di voi ha errato, vi prego di non pensare che tutto è perduto. Il Signore stende la mano per aiutarvi, e vi sono molte mani ben disposte nella Chiesa che vi aiuteranno. Lasciatevi il male alle spalle. Pregate per la vostra situazione. Parlatene con i vostri genitori, se potete, e parlatene con il vescovo. Scoprirete che egli vi ascolterà, e lo farà in tutta riservatezza. Egli vi aiuterà. Noi siamo tutti pronti ad aiutarvi.

Il pentimento è uno dei primi principi del Vangelo. Il perdono è una caratteristica della divinità. C’è speranza per voi. Avete la vita davanti a voi, e questa vita può essere piena di felicità, anche se il passato è stato macchiato dal peccato. Questo è un lavoro che ha a che fare col salvare e aiutare le persone afflitte dalle difficoltà. Questo è lo scopo del Vangelo.

Il profeta Isaia dichiarò:

«Lavatevi, purificatevi, togliete dinnanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate dal fare il male …

E poi venite, e discutiamo assieme, dice l’Eterno; quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve, quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana» (Isaia 1:16, 18).

Questo è il tempo, questa è l’ora di pentirci di ogni male commesso in passato, di chiedere perdono, di tirarsi su e poi andare avanti con fiducia e fede.

E infine, in tutte le cose della vita divertitevi e ridete. La vita è fatta per essere goduta, non semplicemente sopportata.

Vi impartisco la mia benedizione. Sappiate che vi amiamo. Sappiate che abbiamo fiducia in voi. Mettete in pratica il Vangelo, siate fedeli, tenetevi strette alla Chiesa, onorate i vostri genitori, amate il Signore e vivete come figlie di Dio. Prego che possiate farlo e che conosciate tanta felicità, e lo dico con il cuore pieno di affetto, nel nome di Gesù Cristo. Amen.