Conferenza generale
Gesù Cristo è il sollievo
Conferenza generale di aprile 2023


Gesù Cristo è il sollievo

Possiamo collaborare con il Salvatore per contribuire a fornire sollievo temporale e spirituale a chi è nel bisogno e, nel farlo, trovare il nostro personale sollievo.

Con fede in Gesù Cristo e speranza in ciò che avevano sentito sui Suoi miracoli, le persone che si occupavano di un uomo affetto da paralisi lo portarono da Gesù. Furono creative per farlo arrivare lì: scoperchiarono il tetto e calarono l’uomo, sul suo letto, nel luogo in cui Gesù stava insegnando. “Veduta la loro fede”, Gesù disse all’uomo affetto da paralisi: “I tuoi peccati ti sono rimessi”.1 E poi: “Levati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa tua”2. L’uomo affetto da paralisi si alzò, prese il suo letto e se ne andò a casa, “glorificando Iddio”3.

Che cos’altro sappiamo degli amici che si prendevano cura dell’uomo paralitico? Sappiamo che il Salvatore riconobbe la loro fede. Avendo visto e udito il Salvatore ed essendo stati testimoni dei Suoi miracoli, essi furono “presi da stupore” e “glorificavano Iddio”.4

Gesù Cristo aveva fornito la guarigione sperata: il sollievo fisico dal dolore e dalle conseguenze invalidanti di una malattia cronica. È significativo che il Salvatore fornì anche sollievo spirituale purificando quell’uomo dal peccato.

Gli amici inoltre, impegnandosi a prendersi cura di una persona nel bisogno, trovarono la fonte del sollievo; trovarono Gesù Cristo.

Io attesto che Gesù Cristo è il sollievo. Grazie all’Espiazione di Gesù Cristo, possiamo essere alleggeriti del fardello e delle conseguenze del peccato ed essere soccorsi nelle nostre infermità.

Inoltre, poiché amiamo Dio e abbiamo fatto alleanza di servirLo, possiamo collaborare con il Salvatore per contribuire a fornire sollievo temporale e spirituale a chi è nel bisogno e, nel farlo, trovare il nostro personale sollievo in Gesù Cristo.5

Il nostro amato profeta, il presidente Russell M. Nelson, ci ha invitato a vincere il mondo e a trovare riposo.6 Egli ha definito il “vero riposo” come “sollievo e pace”. Il presidente Nelson ha affermato: “Poiché il Salvatore, tramite la Sua Espiazione infinita, ha redento ognuno di noi dalla debolezza, dagli errori e dal peccato, e poiché Egli ha provato ogni dolore, preoccupazione e fardello che voi abbiate mai avuto, allora se davvero vi pentite e cercate il Suo aiuto, potete elevarvi al di sopra di questo precario mondo presente”.7 Questo è il sollievo che Gesù Cristo ci offre!

Ognuno di noi porta con sé un metaforico zaino. Potrebbe trattarsi di un cesto in equilibrio sulla testa, di una borsa a tracolla o di un fagotto di cose avvolte in un panno e gettato sulle spalle. Ma, ai fini del nostro ragionamento, chiamiamolo zaino.

Questo metaforico zaino è ciò con cui portiamo i fardelli del vivere in un mondo decaduto. I nostri fardelli sono come pietre nello zaino. Di solito, ce ne sono di tre tipi:

  • Le pietre che sono lì per via delle nostre azioni compiute a causa del peccato.

  • Le pietre che sono nel nostro zaino a causa di decisioni sbagliate, comportamenti scorretti e scortesia altrui.

  • E le pietre che portiamo perché viviamo in una condizione decaduta. Tra queste vi sono le pietre dell’infermità, del dolore, delle malattie croniche, dell’afflizione, della delusione, della solitudine e degli effetti dei disastri naturali.

Dichiaro con gioia che i nostri fardelli terreni, queste pietre nel nostro zaino figurato, non devono necessariamente risultare pesanti.

Gesù Cristo può alleggerire il nostro carico.

Gesù Cristo può alleviare i nostri fardelli.

Gesù Cristo ci offre un modo con cui possiamo essere sollevati dal peso del peccato.

Gesù Cristo è il nostro sollievo.

Egli disse:

“Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo [ossia sollievo e pace].

Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch’io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;

poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”8.

Il presupposto affinché il giogo sia dolce e il carico sia leggero è che ci aggioghiamo al Salvatore, condividiamo i nostri fardelli con Lui, Gli permettiamo di sollevare il nostro carico. Questo significa entrare in un rapporto di alleanza con Dio e tener fede a quell’alleanza che, come ha spiegato il presidente Nelson, “rende tutto più facile nella vita”. Egli ha detto: “Aggiogarvi al Salvatore significa avere accesso alla Sua forza e al Suo potere redentore”9.

Perché dunque siamo così attaccati alle nostre pietre? Perché un lanciatore di baseball stanco dovrebbe rifiutarsi di lasciare il monte di lancio quando c’è un sostituto pronto a correre in soccorso e completare la partita? Perché dovrei insistere a farcela da sola quando Chi può darmi sollievo è pronto a starmi accanto?

Il presidente Nelson ha dichiarato: “Gesù Cristo […] sta a braccia aperte con la speranza e l’intenzione di guarirci, perdonarci, mondarci, rafforzarci, purificarci e santificarci”10.

Quindi, perché insistiamo a portare le nostre pietre da soli?

È una domanda personale su cui ciascuno di voi può riflettere.

Nel mio caso, la risposta è l’antico vizio dell’orgoglio. “Ce la posso fare”, dico. “Nessun problema; ci penso io”. Il grande ingannatore vuole che io mi nasconda da Dio, che Gli volti le spalle e che faccia da sola.

Fratelli e sorelle, io non posso farcela da sola; non è necessario e non lo farò. Scegliendo di essere legata al mio Salvatore, Gesù Cristo, mediante le alleanze che ho stipulato con Dio, “io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica”11.

Coloro che tengono fede alle alleanze sono benedetti con il sollievo del Salvatore.

Pensiamo a questo esempio contenuto nel Libro di Mormon: il popolo di Alma era perseguitato, “[furono imposti] loro dei lavori, e [messi] su di loro dei sorveglianti”12. Poiché era proibito che pregassero ad alta voce, essi “aprirono a [Dio] il cuore; ed egli conobbe i pensieri del loro cuore”13.

E “la voce del Signore venne ad essi nelle loro afflizioni, dicendo: Alzate il capo e state di buon animo, poiché io conosco l’alleanza che avete fatto con me; e io farò alleanza con il mio popolo e lo libererò dalla schiavitù.

Ed allevierò pure i fardelli che sono posti sulle vostre spalle, cosicché non possiate sentirli più sulla schiena”14.

Così, i loro fardelli “furono resi leggeri” e “il Signore li fortificò cosicché potessero portare agevolmente i loro fardelli, ed essi si sottoposero allegramente e con pazienza a tutta la volontà del Signore”.15

Costoro osservarono le alleanze e ricevettero sollievo sotto forma di conforto, maggiore pazienza e allegria, alleggerimento dei loro fardelli in modo che fossero più lievi e, infine, liberazione.16

Ora torniamo al nostro zaino metaforico.

Il pentimento, tramite l’Espiazione di Gesù Cristo, è ciò che ci dà sollievo dal peso delle pietre del peccato. Con questo dono eccelso, la misericordia di Dio ci dà sollievo dalle pesanti esigenze della giustizia altrimenti insormontabili.17

L’Espiazione di Gesù Cristo ci rende anche possibile ricevere la forza di perdonare, che a sua volta ci permette di liberarci del peso che portiamo a causa dei maltrattamenti subiti da altri.18

Quindi, in che modo il Salvatore ci allevia i fardelli del vivere in un mondo decaduto con un corpo mortale soggetto al dolore e alla sofferenza?

Spesso, Egli elargisce questo tipo di sollievo tramite noi! In quanto membri della Sua Chiesa che hanno stipulato alleanze, abbiamo promesso di “piangere con quelli che piangono” e di “confortare quelli che hanno bisogno di conforto”.19 Poiché siamo “[entrati] nel gregge di Dio” e siamo “chiamati il suo popolo”, siamo disposti “a portare i fardelli gli uni degli altri, affinché possano essere leggeri”.20

La nostra benedizione dell’alleanza è quella di collaborare con Gesù Cristo per fornire sollievo, sia temporale che spirituale, a tutti i figli di Dio. Siamo un canale attraverso cui Egli offre sollievo.21

E così, come gli amici dell’uomo affetto da paralisi, noi soccorriamo i deboli, alziamo le mani cadenti e rafforziamo le ginocchia fiacche.22 “[Portiamo] i pesi gli uni degli altri, e così [adempiremo] la legge di Cristo”.23 Facendo questo, arriviamo a conoscerLo, diventiamo come Lui e troviamo il Suo sollievo.24

Che cos’è il sollievo?

È la rimozione o l’alleviamento di qualcosa di doloroso, preoccupante o gravoso, o il conseguimento della forza per sopportarlo. In inglese la parola “relief”, ossia sollievo, è anche il termine usato per chiamare una persona che prende il posto di un’altra. Sempre in inglese, la parola indica il rimedio legale a un torto.25 La parola sollievo deriva dal latino sublevare, ossia “rialzare, sollevare, alleviare, soccorrere”.26

Fratelli e sorelle, Gesù Cristo è il sollievo. Attesto che Egli si levò dalla tomba il terzo giorno e, avendo compiuto l’amorevole e infinita Espiazione, sta a braccia aperte e ci offre la possibilità di risorgere, di essere salvati e di raggiungere l’Esaltazione e diventare come Lui. Il sollievo che Egli ci offre è eterno.

Come le donne visitate dall’angelo quella prima mattina di Pasqua, desidero andare in fretta e con grande allegrezza ad annunciare che Egli è risuscitato.27 Nel nome del nostro Salvatore, Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Luca 5:20.

  2. Marco 2:11.

  3. Luca 5.25.

  4. Luca 5.26.

  5. Vedere D. Todd Christofferson, “The First Commandment First” (Brigham Young University devotional, March 22, 2022), speeches.byu.edu: “Il nostro amore per Dio eleva la nostra capacità di amare gli altri più pienamente e perfettamente perché, in sostanza, collaboriamo con Dio nella cura dei Suoi figli” (enfasi aggiunta).

  6. Russell M. Nelson, “Vincete il mondo e trovate riposo”, Liahona, novembre 2022, 95–98.

  7. Russell M. Nelson, “Vincete il mondo e trovate riposo”, 96.

  8. Matteo 11:28–30.

  9. Russell M. Nelson, “Vincete il mondo e trovate riposo”, 97.

  10. Russell M. Nelson, “Possiamo fare meglio ed essere migliori”, Liahona, maggio 2019, 67.

  11. Filippesi 4:13.

  12. Mosia 24:9.

  13. Mosia 24:12.

  14. Mosia 24:13–14; enfasi aggiunta.

  15. Mosia 24:15.

  16. Vedere Mosia 24:13–14.

  17. Vedere Alma 34:14–16; vedere anche Mosia 15:8–9.

  18. Vedere Russell M. Nelson, “Quattro doni che Gesù Cristo vi offre” (Riunione di Natale della Prima Presidenza, 2 dicembre 2018), broadcasts.ChurchofJesusChrist.org: “Un secondo dono che il Salvatore vi offre è la capacità di perdonare. Grazie alla Sua Espiazione infinita, voi potete perdonare coloro che vi feriscono e che potrebbero non assumersi mai la responsabilità della loro crudeltà nei vostri confronti.

    Di solito è facile perdonare chi cerca sinceramente e umilmente il vostro perdono. Ma il Salvatore vi garantirà la capacità di perdonare chiunque vi abbia maltrattato in alcun modo. Allora i loro atti dannosi non incancreniranno più la vostra anima”.

  19. Mosia 18:9.

  20. Mosia 18:8.

  21. La Società di Soccorso, l’organizzazione femminile de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, fu organizzata dal profeta Joseph Smith il 17 marzo 1842 come “un’appendice del sacerdozio istituita da Dio” (Dallin H. Oaks, “Le chiavi e l’autorità del sacerdozio”, Liahona, maggio 2014, 51). Quando si scelse un nome per questa nuova organizzazione, venne presa in considerazione la parola benevola, ma le donne preferirono soccorso [che è un’altra traduzione possibile per la parola “relief”, qui tradotta come “sollievo” (N.d.T.)]. Emma Smith, la prima presidentessa dell’organizzazione, ed Eliza R. Snow, la sua segretaria che in seguito servì come seconda presidentessa della Società di Soccorso, spiegarono che benevola era una parola popolare — popolare tra le istituzioni dell’epoca — ma che la popolarità “non [dovrebbe] essere la nostra guida”. Emma spiegò che la parola soccorso descriveva meglio la loro missione. “Faremo qualcosa di straordinario[;] ci aspettiamo occasioni straordinarie e richieste urgenti” (Emma Smith, in Nauvoo Relief Society Minute Book, March 17, 1842, 12, josephsmithpapers.org). Il mandato della Società di Soccorso è davvero sempre stato quello di fornire soccorso e sollievo sia temporale che spirituale. Joseph Smith insegnò: “Il compito della Società non è solo quello di soccorrere i poveri, ma anche di salvare le anime” (in Nauvoo Relief Society Minute Book, June 9, 1842, 63, josephsmithpapers.org). E così la Società di Soccorso continua a fornire soccorso e sollievo: “soccorso nella povertà; soccorso nella malattia; soccorso nel dubbio, soccorso nell’ignoranza; soccorso in tutto ciò che impedisce la gioia e il progresso delle donne” (John A. Widtsoe, Evidences and Reconciliations, arr. G. Homer Durham, 3 vols. in 1 [1960], 308).

  22. Dottrina e Alleanze 81:5; vedere anche Ebrei 12:12.

  23. Galati 6:2.

  24. In una delle prime riunioni della Società di Soccorso appena organizzata, Lucy Mack Smith, la madre del profeta Joseph Smith, disse: “Dobbiamo sostenerci a vicenda, vegliare l’una sull’altra, confortarci a vicenda e acquisire un’istruzione per poterci ritrovare insieme in cielo”. In merito a questo, la storica Jennifer Reeder ha scritto: “Nella causa comune volta a portare soccorso, le donne si sono alleate con Cristo e, così facendo, hanno trovato sollievo in Lui” (First: The Life and Faith of Emma Smith [2021], 130).

  25. Vedere Merriam-Webster.com Dictionary, “relief”.

  26. Vedere l’etimologia del termine “sollievo”.

  27. Vedere Matteo 28:1–8.