Storia della Chiesa
Matrimonio plurimo dopo il Manifesto


Matrimonio plurimo dopo il Manifesto

Per più di metà del diciannovesimo secolo, alcuni santi degli ultimi giorni praticarono il matrimonio plurimo sotto la direzione del presidente della Chiesa. La pratica era stata introdotta per rivelazione data a Joseph Smith, il quale la condivise con una cerchia ristretta di persone e che fu praticata apertamente tra il 1852 e il 1890.1 Il presidente della Chiesa Wilford Woodruff si sentì ispirato a emanare il Manifesto, una dichiarazione che affermava la sua “intenzione [di sottomettersi alle] leggi” che proibivano i matrimoni plurimi e in cui si impegnava a “usare la [sua] influenza presso i membri della Chiesa […] perché [facessero] altrettanto”2. Così come avvenne per l’inizio del matrimonio plurimo nella Chiesa, la fine della sua pratica fu altrettanto graduale, un processo pieno di difficoltà e incertezze.

Il Manifesto dichiarava l’intenzione del presidente Woodruff di sottomettersi alle leggi degli Stati Uniti e, dopo che il Manifesto fu sostenuto alla Conferenza generale, in gran parte la pratica dei matrimoni plurimi sotto quella giurisdizione giunse al termine.3 Ciononostante, si dovevano sistemare molte questioni pratiche. Il Manifesto taceva su quello che dovevano fare le famiglie plurime già esistenti. Su propria iniziativa, alcune coppie si separarono o divorziarono in conseguenza del Manifesto; altri mariti iniziarono a convivere con una soltanto delle mogli, ma continuarono a fornire supporto finanziario ed emotivo a tutti coloro che erano a loro carico.4 Credendo che le alleanze strette con Dio e le proprie mogli dovessero essere onorate sopra ogni altra cosa, molti mariti, compresi dei dirigenti della Chiesa, continuarono a convivere con le proprie mogli plurime e procrearono figli ben oltre l’inizio del XX secolo.5

Un piccolo numero di matrimoni plurimi continuò a essere celebrato in Messico e in Canada, con l’approvazione di alcuni dirigenti della Chiesa. Di norma, questi matrimoni non erano promossi dai dirigenti della Chiesa e difficilmente erano approvati. Entrambi o almeno uno dei coniugi che aderivano a queste unioni di solito dovevano accettare di rimanere in Canada o in Messico. Negli anni tra il 1890 e il 1904, un esiguo numero di matrimoni plurimi fu, in via eccezionale, celebrato anche negli Stati Uniti. Il numero preciso di nuovi matrimoni plurimi celebrati durante questi anni, dentro e fuori gli Stati Uniti, non è noto.6 I registri dei suggellamenti tenuti in questo periodo in genere non indicavano se il suggellamento era monogamo o plurimo, rendendo difficile un calcolo esaustivo.7

Il ruolo della Chiesa in questi matrimoni fu oggetto di un intenso dibattito pubblico dopo che nel 1903 Reed Smoot, un apostolo, fu eletto al Senato degli Stati Uniti.8 Alla conferenza generale di aprile del 1904, il presidente della Chiesa Joseph F. Smith presentò una dichiarazione forte, conosciuta come il Secondo Manifesto, in cui si affermava che i nuovi matrimoni plurimi erano punibili con la scomunica.9 Dai tempi del presidente Smith, i presidenti della Chiesa hanno ripetutamente enfatizzato che i membri della Chiesa non sono più autorizzati a contrarre matrimoni plurimi e hanno dimostrato la sincerità delle loro parole chiedendo ai dirigenti locali di portare i membri che trasgrediscono davanti a un consiglio di appartenenza alla Chiesa.

Santi racconta diverse storie importanti sulla fine della pratica del matrimonio plurimo tra i Santi degli Ultimi Giorni, incluso il “Secondo Manifesto”. Per ulteriori informazioni, vedere “Il Manifesto e la fine del matrimonio plurimo”.

Argomenti correlati: Matrimonio plurimo nello Utah, Manifesto, Leggi contro la poligamia, Udienze nel caso Reed Smoot, Joseph Smith e il matrimonio plurimo, Wilford Woodruff, Joseph F. Smith, Colonie in Messico

  1. Argomenti correlati: Joseph Smith e il matrimonio plurimo, Matrimonio plurimo nello Utah.

  2. Dichiarazione Ufficiale – 1; “Official Declaration”, Deseret Evening News, 25 settembre 1890, 2. Vedere anche l’argomento: Manifesto.

  3. Lorenzo Snow, in Dichiarazione Ufficiale – 1; “Il Manifesto e la fine del matrimonio plurimo”, Argomenti evangelici – Saggi, ChurchofJesusChrist.org.

  4. Il Manifesto e la fine del matrimonio plurimo”, Argomenti evangelici – Saggi, ChurchofJesusChrist.org; vedere anche Jessie L. Embry, Mormon Polygamous Families: Life in the Principle (Salt Lake City: University of Utah Press, 1987), 13–14; Francis M. Lyman journal, 15 dicembre 1893, Church History Library; Utah Stake High Council Minutes, 5 agosto 1892, Church History Library.

  5. Kenneth L. Cannon II, “Beyond the Manifesto: Polygamous Cohabitation among LDS General Authorities after 1890”, Utah Historical Quarterly, vol. 46, n. 1 (inverno 1978): 24–36.

  6. I registri di suggellamento dell’epoca di solito non riportavano se un suggellamento era monogamo o plurimo, e nei registri che menzionano i matrimoni plurimi, le proporzioni indicano che dopo il 1890 il matrimonio plurimo era una pratica in declino; vedere “Il Manifesto e la fine del matrimonio plurimo”, Argomenti evangelici – Saggi, ChurchofJesusChrist.org.

  7. Vedere “Il Manifesto e la fine del matrimonio plurimo”, Argomenti evangelici, ChurchofJesusChrist.org.

  8. Vedere l’argomento: Udienze nel caso Reed Smoot; vedere anche Kathleen Flake, The Politics of American Religious Identity: The Seating of Senator Reed Smoot, Mormon Apostle (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 2004).

  9. “Official Statement by President Joseph F. Smith”, Deseret Evening News, 6 aprile 1904, 1.